01-02-07 Oggi è uno di quei giorni che chiamo i più difficili, perché se è pur vero che difficili sono i giorni in cui troviamo abbandonati davanti al nostro cancello i cuccioli dentro gli scatoloni, o quando corriamo nella notte per soccorrere cani feriti, o quando dobbiamo svuotare a mano i recinti allagati dalla pioggia o bagnarli perché non ci sono gli alberi ed il sole brucia, i giorni più difficili però sono quando perdiamo i nostri amici perché non siamo riusciti a salvarli ma anche quando dobbiamo separarci dal cucciolo di turno che abbiamo ospitato a casa nostra perché più ammalato di altri e bisognoso del caldo di una famiglia e che non possiamo portare al rifugio perché potrebbe certamente non farcela.
Sembrerà strano ma già da quando te lo porti a casa comincia a stringersi un nodo nello stomaco che diventa sempre più stretto fino a farti molto male il giorno in cui dopo esserti affezionato a lui lo devi dare perché ha fortunatamente trovato una casa e una famiglia dove andare definitivamente.
Ti dici che non puoi tenerlo perché non puoi tenerli tutti, perché il tuo compito è aiutarne degli altri che verranno subito dopo, che devi superare il dramma dell'addio, che devi essere padrone della situazione e non schiavo della stessa perché solo così puoi riuscire a risolverla, tutto giusto ma terribilmente difficile.
Hai un bel da dire che devi essere contento perchè va in una casa in una famiglia, ma intanto il groppo ti soffoca e fai una fatica pazzesca a trattenere le lacrime e sembrare un duro ed è così che nonostante i 60 anni mi ritrovo a piangere di dentro e anche di fuori.
Quante volte ho già vissuto questa storia, i cuccioli di Laconia, Arturo, Arturina, Pippo, Tobia, Raya, Rocky, Cacao, CriCri, Tex, gatto Fiorello, tutti momenti che non si possono più dimenticare, ma non mi è riuscito ancora di farci il callo eppure bisogna stringere i denti e andare avanti perché insieme a questi dolori si sommano le gioie di vedere che tutti quelli che hai contribuito ad aiutare ti fanno sapere che sono contenti e quando ti capita di andarli a trovare ti rendi conto che forse ti riconoscono ma che sanno ormai certamente che quella è la loro casa, la loro famiglia e allora ti rendi conto che i groppi ti potranno far male ma in fondo sono ragione di grande gioia.
Oggi tutto quanto sopra l’ho vissuto per Rambo, l’ho accompagnato nella sua nuova casa dove ha trovato ad accoglierlo la famiglia Citti con due bambini Maria e Giorgio e Giorgio, il più grande, si preoccuperà di lui con l’aiuto dei genitori e con l’entusiasmo che gli sprigiona dagli occhi.
Ci siamo salutati con la promessa di rivederci tra un po’ di tempo, il tempo necessario a Rambo di capire anche rivedendomi che la sua casa è lì ... ad Arzachena.
Ciao Rambo e buona fortuna.
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