24-03-2010 - Le ansie di chi sta quotidianamente in trincea.
Abbiamo attraversato tanti periodi difficili e sappiamo benissimo cosa significhi "convivere" con la paura di non farcela.
In passato abbiamo già vissuto con l'acqua alla gola e con la paura di non riuscire a comprare le crocchette per i cani, con i conti a tre zeri da pagare e con le lacrime che gonfiano gli occhi come palloncini.
Ma, in quei momenti, seppur disperati, noi riuscivamo a "convivere" con la paura facendoci forza e cercando di essere ottimisti.
Ora, però, non é così.
La realtà di questi ultimi mesi e la quotidianità dei giorni appena trascorsi ci stanno togliendo la forza e la speranza di riuscire ad andare avanti.
Ora non è più questione di farsi forza a vicenda, di darsi una bella pacca sulla spalla e dire "Forza ragazzi, è solo un momento!"; ora non basta fare un lungo respiro ed andare avanti cercando di non pensare alle difficoltà.
Ora il nostro innato ottimismo sembra non bastare più. Ora noi stiamo "sopravvivendo" ed abbiamo a stento la forza di galleggiare in un mare che è diventato una palude.
Negli ultimi mesi i soccorsi sono all'ordine del giorno, i conti dei veterinari aumentano a dismisura ed i cuccioli arrivano al rifugio come se fossero pacchi regalo.
Ogni mattina ci svegliamo con la voglia di fare, con una bella energia positiva, con la voglia d'andare al rifugio e salutare i nostri cani che ci aspettano festosi...
...ma ogni mattina squilla il telefono, ogni mattina arriva uno scatolone pieno di cuccioli, ogni mattina un cane viene investito, un gatto viene schiacciato, un cane viene picchiato; ogni mattina una cagna randagia partorisce, un cane finisce in una trappola, un uomo prepara i bocconi avvelenati.
Ogni mattina un cucciolo ha la diarrea emorragica, un randagio viene sbranato.
Ogni mattina un cane viene legato ad un auto e trascinato per chilometri.
E così, come per incanto, le nostre stupende e grintose energie si trasformano improvvisamente in panico, ansia e disperazione.
E così andiamo di corsa a soccorrere Babila: zampa posteriore amputata e due cucciolotti di 10 giorni da allattare.
Poi andiamo a soccorrere Macario: un piccolo ammasso di zecche che cammina sotto lo sguardo indifferente di centinaia di persone con un moncherino pieno di bigattini al posto di una zampa posteriore.
E così arriva in clinica anche Vita, con un cucciolo morto incastrato, la vulva squartata e altri quattro cuccioli da allattare.
E poi portiamo Ester dallo specialista a Cagliari: paralisi delle zampe posteriori.
E arriva al rifugio Ginevra: schiacciata in pieno centro da una macchina in coda.
E così arriva al rifugio anche Luce, da settimane legata con la catena ad un albero in aperta campagna, senza riparo.
E Rovo, con il suo collo aperto a causa del fil di ferro che fungeva da collare.
E poi Disperato, letteralmente aperto in due, sbranato da altri poveri randagi come lui.
E la piccola Patrizia, un chilo di cane che cercava di camminare al centro di una strada a 4 corsie la notte di Capodanno.
E Sebastiano, investito a lasciato otto ore sul ciglio della strada mezzo paralizzato.
E poi Giovannino e la sua tagliola, 2.450 euro d'intervento.
E Bimba, BOOM, una fucilata sul muso, 2.775,00 euro l'intervento.
E arriva anche Maddalena, notata da una signora perchè si agitava di fianco ad un cassonetto in attesa che qualcuno si accorgesse che in quel cassonetto qualcuno aveva appena buttato i suoi cinque cuccioli.
E i sei boxerini chiusi in uno scatolone con sette giri di scotch.
E ancora il gatto agonizzante completamente pieno di bigattini.
E arriva Maggiolina con la sua zampina rotta, scaricata davanti al rifugio come fosse un sacco di spazzatura.
E Ballerina, resa tripode da un cacciatore senz'anima.
E Nike, chiusa dentro ad un frigorifero.
E Maria, piccola york di 15 anni cieca e spennacchiata.
E poi Papaya, una cucciolotta di 6 mesi buttata in piena notte dentro ad un recinto del rifugio con il rischio che i cani adulti la sbranassero.
E Susy con i suoi tre cuccioli, scaricata al rifugio perchè la padroncina aveva di meglio da fare che badare a lei.
E Mamasita con i suoi sei cuccioli dentro un pentolone.
Noi abbiamo sempre pensato che, con l'impegno e la tenacia, avremo potuto sistemare le cose e cambiare la realtà.
Pensavamo, forse peccando di presunzione, che - dialogando - saremo riusciti ad educare le persone.
Ma, a questo punto ed in questo preciso momento storico, possiamo tristemente ammettere di non essere riusciti a cambiare nulla.
La situazione non migliora, anzi, sembra tragicamente peggiorare mese dopo mese, anno dopo anno.
Forse dobbiamo ammettere che siamo solo dei grandi oratori: parliamo di sterilizzazione cercando di spiegare le problematiche dei cani nei canili... ma forse é arrivato il momento di renderci conto che facciamo solo dei bei monologhi in cui siamo attori e spettatori, perchè nessun altro sembra recepire il nostro messaggio, nessuno qui sa recepire le nostre richieste di aiuto, i nostri S.O.S. si dissolvono nel cielo.
Nei primi tre mesi dell'anno sono entrati al rifugio più di 120 cani ed ora inizierà la stagione tragica, quella in cui le cagne inizieranno a partorire valanghe di cuccioli.
E la gente sapete cosa pensa?
"Tanto c'è la Lida. I cuccioli che non riusciamo a dare li portiamo lì perchè loro sono "obbligati" a ritirarli".
Questa, ahimè, è la loro meschina filosofia.
"Se hai dei cuccioli vai alla Lida, se soccorri un cane non correre dal veterinario tanto c'è la Lida.
Tu chiama Cosetta, lei soccorre il cane e paga il conto".
E' vero, la Lida c'è, perchè noi non lasceremo mai che un cane muoia in mezzo alla strada, ma la Lida oggi non ce la fa più.
La Lida oggi é al collasso.
Abbiamo i conti dei veterinari da pagare, dobbiamo vaccinare tutti i cani del rifugio, dare loro il vermigufo e iniziare a mettere le pipette contro le zecche. Dobbiamo comprare le crocchette (15 sacchi da 20 chili al giorno più le crocchette per i cuccioli). Abbiamo gli stipendi dei dipendenti da pagare.
Abbiamo davvero bisogno dell'aiuto di tutti voi affinchè il benessere dei nostri cani non venga compromesso.
Noi possiamo anche disperarci e piangere, ma loro non meritano di soffrire ulteriormente.
Loro sono prigionieri a causa dell'uomo e stanno vivendo una vita che non hanno scelto, noi dobbiamo aiutarli.
Ed è per questo che chiediamo anche il vostro aiuto, il tuo aiuto.
Non lasciarci soli, aiutaci per favore. Abbiamo bisogno di vedere un po' di luce per riuscire ad andare avanti anche questa volta.
Grazie di cuore.
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