13-10-2009 - Le foto sono fortissime, sconsigliate a chi è debole.
Quali parole esistono per commentare, siamo ancora sconvolte perché noi avremmo voluto fare qualcosa per questa creatura innocente. Le parole non servono se non a farci sentire inermi davanti a queste realtà vissuta come un film horror.
Sono le diciassette e 23, ricevo la telefonata dalla polizia municipale di Olbia, nella strada verso le saline c’è un cane bisognoso di cure, l’utente che ha segnalato il caso ci accompagna. Arriviamo alla periferia di Olbia, in aperta campagna, località Monte Talbu.
Cerchiamo, del cane nessuna traccia.
Eppure era qui, continua a ripetere il nostro accompagnatore.
Guardo all’ orizzonte, vedo spuntare un uomo, in mano ha una roncola, tipo una falce lunga con il manico di ferro, mi avvicino, gli chiedo se ha visto un cane, quale cane, io non ho visto nessun cane, cosa ci fa con quell’arnese in mano gli chiedo?
Mi occorreva per mandare via i cinghiali, lei ha ammazzato il cane gli urlo con voce che si sta sempre di piu’ agitando, cosa dice mi risponde, io ai cani voglio bene.
Mette l’attrezzo in macchina mi prega di allontanarmi perché deve chiudere il cancello, lo imploro di farmi entrare per andare a vedere, mi rinvita ad andarmene, sempre con una pacatezza unica .
Intanto inizia a piovere e noi sotto la pioggia.
Lui con tutta calma se ne va.
Io scavalco la rete con il filo spinato, Barbara mi segue. Facciamo circa 300 metri quando intravedo tra le frasche il corpo di un cane.
Scuoto la testa, chiudo e riapro gli occhi piu’ volte, ma continuo a vederlo, ci avviciniamo, un urlo esce dalla gola: l’ha sgozzato, una pozza di sangue, e finito a colpi di roncola.
A questo punto ho un vuoto, forse voglio respingere le immagini, Barbara prende il cane e ritorniamo alla macchina. Ci prende la paura, la disperazione, quel corpino inerme e noi tutte macchiate di sangue, sangue ancora caldo di una creatura innocente.
Cio’ che proviamo………………, il nostro istinto è alimentato da azioni efferate che non riescono neppure piu’ ad essere filtrate dalla ragione.
La tentazione, allora è quella di voltare la testa dall’ altra parte per non vedere l’insopportabile sofferenza di tanta atrocità.
Il nostro accompagnatore ci lascia sole, tanto non c’è piu’ nulla da fare, la moglie ha paura, l’uomo sta scendendo.
Io e Barbara rimaniamo sole, in aperta campagna, sole, con l’uomo che ha ucciso il cane, ma noi ormai eravamo come in trance, non riuscivamo ad accettare tanta e gratuita crudeltà.
Mi avvicino, perché l’ ha fatto’ ? Perché continuo a ripetergli, mille perché ed uno sola risposta, il cane non era mio, me lo hanno dato perché era malato, non potevano piu’ tenerlo, c’erano dei bambini, io ci ho provato, volevo darle una possibilità ma non ci sono riuscito ed allora l’ho ucciso.
La paura diventa piu’ grande, io e Barbara ci guardiamo ma non riuscivamo a parlare se non con gli sguardi.
Chiamo la polizia, non puo’ venire, chiamo i vigili non possono venire subito, le grido che noi siamo sole, chiamo i carabinieri mentre l’uomo continua a ripeterci di non rovinarlo.
Arrivano due carabinieri che iniziano ad interrogarlo, chiedono di chiamare il proprietario del cane , arriva , scende dalla macchina e chiede cosa sia successo, il piccolo Angelo è a terra, per lui nemmeno uno sguardo, il cuore mi si stringe, io e Barbara siamo sconvolte.
E’ come vedere le sequenze di un bruttissimo ma veritiero film di una mente distorta, un pianeta alienato dove sono stati bruciati sentimenti.
Tutto questo mimetizzato da una frase che sembra normale, non lo volevano piu’, ormai ……… Pensate a quella creatura, sgozzata e finita a colpi, pensate ai suoi occhi sporchi di sangue. Sono le ventidue quando usciamo dalla caserma, io e Barbara MAI dimenticheremo tanta atrocità e tanta sofferenza. Ne abbiamo viste tante, ma una scena cosi’ non eravamo “pronte ad affrontarla.
La piccola era unaS femmina pura di Shar Pei.
Ciao piccolo Angelo, volevamo salvarti, sarebbero bastati pochi minuti, forse una manciata di secondi, troppo tardi per strappati al tuo destino crudele, non meritavi una morte cosi’ terribile , tu che in fondo non sei mai stata amata.
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